Harmony test
LA RICERCA DEL DNA FETALE LIBERO NEL SANGUE MATERNO
Da qualche anno la diagnosi prenatale si è arricchita di un nuovo, innovativo test di screening per la sindrome di Down che si basa sull’isolamento di frammenti di DNA fetale circolanti nel sangue materno
A partire dalla 10 settimana di gestazione, mediante un semplice prelievo di sangue venoso della gestante, è possibile identificare il DNA proveniente dalla placenta e stabilire il rischio di poter avere un bambino affetto da trisomia 21 (sindrome di Down), trisomia 18( sindrome di Edwards), trisomia 13 (sindrome di Patau) o anomalie della coppia dei cromosomi sessuali
Si tratta di un test di screening, non un esame diagnostico come sono invece la villocentesi o la amniocentesi, esami grazie ai quali si ottiene la mappa cromosomica del feto e che sono quindi in grado di identificare con certezza una eventuale anomalia a carico di ciascuna delle 23 coppie di cromosomi presenti in ogni cellula del nostro corpo.
Gli esami diagnostici però, a tutt’oggi, sono esclusivamente esami invasivi, e comportano un rischio (seppur basso ) di perdita fetale, stimato attorno allo 0,5%
La ricerca del DNA fetale nel sangue materno va quindi ad affiancarsi agli altri esami di screening come il tritest, la misurazione della translucenza nucale e il test combinato, dai quali si distingue per una migliore accuratezza diagnostica, che risulta rispettivamente:
- 99% nella trisomia 21
- 97% nella trisomia 18
- 92% nella trisomia 13
- 96% nella monosomia X (sindrome di Turner)
CHI PUO’ EFFETTUARE IL TEST E PER CHI E’ INDICATO
Tutte le donne con gravidanza singola o bigemina, anche da ovodonazione, possono sottoporsi al test, a partire già dalla 10 settimana
Questo esame è attualmente indicato nei casi di aumentato rischio di anomalie cromosomiche in cui la donna non voglia o non possa sottoporsi ad indagine prenatale invasiva: età materna >35anni, alto rischio di cromosomopatia da test combinato, anamnesi positiva per patologie cromosomiche, anomalia fetale riscontrata all’ecografia. Le società scientifiche e le attuali linee guida non raccomandano il test nella popolazione a basso rischio!
COME SI EFFETTUA IL TEST
A partire dalla 10w di gravidanza la donna, dopo aver letto, discusso e firmato un consenso informato, si sottopone a prelievo di sangue venoso,
Il sangue viene inviato al laboratorio dove, attraverso sofisticati processi di analisi, si determina la presenza di eventuali anomalie cromosomiche.
I risultati sono disponibili in 8-10 giorni lavorativi.
Il test fornisce una indicazione se il feto è ad alto o basso rischio per anomalia cromosomica. Se risulta ad alto rischio NON significa che è portatore della anomalia, ma per avere un risultato certo è necessario sottoporsi a villo- od amniocentesi. Se risulta a basso rischio significa che le probabilità di avere un feto con cromosomopatia sono estremamente basse.
In circa il 5% dei casi il test non fornisce una risposta, generalmente per problemi tecnici o per insufficiente quantità di DNA fetale (che deve superare il 4%). Ciò non è indicativo di problemi fetali. Il test può essere ripetuto, con un 50% di possibilità di successo
Questo test non identifica anomalie fetali, ed è quindi sempre indicato eseguire una accurata ecografia del I trimestre, possibilmente con misurazione della translucenza nucale
VANTAGGI DEL DNA FETALE
- semplice e rapido
- precoce
- non invasivo, quindi sicuro per la mamma e il bambino
- offre una elevata accuratezza diagnostica
SVANTAGGI DEL DNA FETALE
- non è diagnostico, ma offre solo una stima del rischio
- non fornisce informazioni su tutte le altre anomalie cromosomiche
- 5% delle pazienti non ottiene il risultato al primo prelievo. La percentuale è più elevata nelle donne obese
- costo elevato
NOMI COMMERCIALI
Esistono più laboratori che eseguono la ricerca e analisi del DNA fetale nel sangue materno
- Harmony test (l’unico validato dalla Fetal medicine Foundation)
- Prenatal Safe
- Panorama test
- Illumina